Il Cluster del Cacao
PAESI APPARTENENTI AL CLUSTER
Nel Cluster del Cacao e del Cioccolato, il visitatore è catapultato in una giungla.
Il concept è ispirato ai luoghi in cui il cacao è
coltivato: le piantagioni delle aree tropicali e subtropicali. Le
facciate degli edifici sono realizzate in un tessuto leggero e chiaro
che si apre lasciando in vista i rivestimenti interni: una metafora
della necessità di proteggere un prodotto prezioso e aromatico come il cacao.
Il Cluster del Cacao e del Cioccolato accoglie nello spazio comune una serie di pali di diverse altezze e forme, metafora degli alberi sotto i quali il cacao
cresce. L’atmosfera è quella densa e accogliente di una foresta, dove
la luce penetra dalle chiome degli alberi e si diffonde tra i
padiglioni.
Il cacao viene coltivato da millenni da molte
popolazioni precolombiane e ha avuto un ruolo centrale
nell’alimentazione e nella cultura dei Maya e degli Aztechi.
Tra le molte preparazioni in cui veniva impiegato dagli Aztechi una era
la bevanda amara chiamata “xocolātl”. Un’altra ricetta della tradizione
univa le fave di cacao al peperoncino. Usato come cibo, bevanda e moneta, il cacao
divenne simbolo di energia, fertilità e vita. Dietro al cioccolato che
mangiamo o sorseggiamo c’è un minuscolo frutto, quello del cacao. Più di trenta Paesi in via di sviluppo lo producono e per la loro economia rappresenta la principale fonte di guadagno.
Il Cluster del Caffè
Dalle piantagioni di caffè distese all’ombra delle foreste tropicali in Africa e in America Centrale al Cluster del Caffè dellExpò. L’architettura degli spazi richiama i rami più alti degli alberi all’ombra dei quali crescono le piante di caffè, mentre i padiglioni sono una metafora dei loro tronchi.
I toni caldi e i colori naturali che caratterizzano l’ambiente cambiano in base alla luce che filtra dall’esterno attraverso la copertura, influendo sulla percezione dello spazio e dando al visitatore l’illusione di trovarsi proprio in una foresta.
Il Cluster del Caffè è curato da illycaffè, official coffee partner
di EXPO 2015 che porta in questo progetto le conoscenze, l’esperienza e
le relazioni maturate in oltre ottant’anni di storia. La ricerca
dell’eccellenza, la passione, l’innovazione e l’orientamento allo
sviluppo sostenibile di illycaffè sono i motori dell’iniziativa.
Creato in comunione d’intenti con l’International Coffee Organization (ICO) il padiglione racconta il passato, il presente e il futuro del caffè nelle sue tre dimensioni: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, l’arte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori.
Creato in comunione d’intenti con l’International Coffee Organization (ICO) il padiglione racconta il passato, il presente e il futuro del caffè nelle sue tre dimensioni: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, l’arte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori.
Il Cluster Frutta e Legumi
Negli spazi del Cluster Frutta e Legumi vi sono aree coltivate con piante da frutto di diverse tipologie. Intorno a una piazza centrale, ispirato dalle forme, dai profumi e dai colori, il visitatore può partecipare agli eventi e ammirare gli allestimenti tematici.
Sopra la piazza, concepita per unire idealmente i padiglioni, c’è
una copertura di legno che ricorda una pergola. Al termine della visita
ci si può fermare a curiosare ed eventualmente acquistare prodotti nel mercato, che si trova come elemento di unione tra questo Cluster e quello delle spezie.
Immancabili nella nostra dieta
Frutta e Legumi si consumano sin dall’antichità:
sono talmente radicati nelle culture di tutto il mondo da essere
diventati ovunque oggetto di miti, leggende, tradizioni. Gli alberi da frutto
iniziarono a essere coltivati nella regione mediterranea dove il clima è
favorevole: gli antichi Egizi, i Greci e i Romani conoscevano
molteplici varietà di prodotti e nel corso del Medioevo le tecniche e le
conoscenze della coltivazione di frutta e legumi vennero perfezionate.
Furono i primi coloni a portare in America piante e semi che si
diffusero in tutto il continente favorendo i commerci.
I legumi erano principalmente coltivati nell’area
tra la Mesopotamia e il Mediterraneo, a eccezione della soia e dei
fagioli che si coltivavano rispettivamente nell’Asia meridionale e
centrale e nell’America centrale. Le colture di legumi rappresentano il
maggior sostentamento nei Paesi in via di sviluppo perché sono un
elemento fondamentale per garantire la sicurezza alimentare.
Fonte di proteine e minerali, possono sostituire i cereali nella
rotazione delle colture per prevenire le patologie del terreno. Per la
loro centralità in agricoltura e il loro apporto calorico i legumi sono
la coltura ideale per ridurre la povertà e la fame migliorando le
condizioni di salute e di nutrizione.
PAESI APPARTENENTI AL CLUSTER
Il Cluster delle Spezie
Le spezie richiamano alla mente i colori, i profumi, il fascino di terre esotiche, ma anche l’immagine di quelle antiche e intriganti mappe piene di segni che collegano zone del mondo lontane tra loro. Le spezie e le erbe aromatiche sono da sempre protagoniste di lunghi viaggi: imperatori, re, aristocratici e mercanti le consideravano i prodotti più pregiati delle antiche rotte commerciali.
Nell’ultimo decennio, la produzione annuale di spezie è cresciuta del 4,3%, mentre il commercio ha avuto un rialzo medio del 5,8% annuo. Consumatori più esigenti, abitudini alimentari più salutari, l’aumento dei guadagni e la globalizzazione favoriranno nei prossimi anni un nuovo incremento nel loro commercio.
Il Cluster Cereali e Tuberi
Il visitatore percorre lo spazio tra i padiglioni lasciandosi cullare
dalle suggestioni che rimandano alla coltivazione della terra. Il
progetto architettonico richiama, nella sua copertura, la forma di un grande camino che ospita un’area eventi e un’area dedicata alla distribuzione di piatti a tema.
Al termine della visita del percorso espositivo si può partecipare
alle attività proposte oppure ci si può sedere, rilassare e gustare
piatti tipici dei Paesi che appartengono al Cluster.
Coltivati, esportati e venduti da millenni, i cereali e i tuberi hanno favorito l’incontro di civiltà
e l’alimentazione di moltissime persone nel mondo. I cereali sono alla
base della dieta della maggioranza della popolazione mondiale grazie
alle loro proprietà nutrizionali, al loro costo contenuto e alla loro
capacità di soddisfare immediatamente la fame.
Nonostante ne esistano oltre diecimila varietà
diverse, solo poche continuano a essere coltivate da oltre duemila anni.
Molte di queste colture potrebbero contribuire ad affrontare importanti
sfide globali, incrementando in modo sostenibile la
fertilità di terreni marginali non adatti alla coltivazione di mais,
riso e grano e rispondendo all’aumento della domanda di cibo nei
prossimi decenni. Radici e tuberi sono la seconda fonte di carboidrati
dopo i cereali, forniscono molti minerali e vitamine e sono l’alimento
base per oltre un milione di persone nei Paesi in via di sviluppo.
Il Cluster della Salute e Bellezza
Il mar Mediterraneo unisce tre continenti, Europa,
Africa e Asia: è un crogiolo di popoli, una regione dove storie, società
e ambienti naturali si fondono. In particolare il cibo
è uno degli elementi culturali che hanno aiutato a preservare l’unicità
di questa zona: si è evoluto e combinato nel tempo, creando una varietà
di tradizioni culinarie basate su grano, olivi, uva. Nel bacino
Mediterraneo, il pasto non è semplicemente l’atto del nutrirsi, ma
rimanda a molti aspetti della vita sociale e culturale. Le
caratteristiche principali della dieta mediterranea,
che ha resistito alle regole della vita moderna, sono la quantità di
tempo trascorsa a tavola e i tanti rituali di convivio. Ancora oggi, gli
abitanti del bacino mediterraneo spendono più tempo nel preparare e nel
consumare i cibi di qualsiasi altro popolo. La dieta mediterranea,
infine, non offre solo benefici per la salute, ma garantisce e preserva
la biodiversità agricola: le sue colture sono perfettamente in linea con i criteri di sostenibilità.
Il Cluster Isole ,mare e cibo
Il Cluster Isole ,mare e cibo
Una grande copertura in bambù sovrasta e unisce i due
padiglioni che ospitano i Paesi Partecipanti accogliendo i visitatori
in un ambiente unico per colori e atmosfera. Frasi d’ autore – da Omero a
Conrad, da Cristoforo Colombo a Darwin e Melville – costellano le
pareti esterne dei padiglioni evocando suggestioni di isole, mari,
viaggi.
Al termine del percorso il visitatore si trova davanti all’area ristorativa e all’area eventi,
un cubo in cui vengono proiettate immagini sottomarine: l’impressione è
quella di essere realmente in acqua, di godere di un’esperienza
sensoriale piena, di percepire la bellezza misteriosa delle isole e di
essere a contatto con la loro affascinante quanto fragile biodiversità.
Ecosistemi da difendere
Sono piccole, lontane, diverse tra loro, ognuna ha culture, economie e livelli di sviluppo specifici: sono le isole del Pacifico, quelle dell'Oceano Indiano occidentale e quelle della regione dei Caraibi. Sono isole, certo, ma non sono isolate dalle sfide globali
che tutti i Paesi devono affrontare. L’aumento delle inondazioni
costiere, la salinità del suolo, l'erosione, il cambiamento nelle
precipitazioni possono contaminare e ridurre le superfici agricole
produttive e influire sulle attività artigianali e di pesca, intaccando
la sicurezza alimentare di questi preziosi luoghi.
PAESI APPARTENENTI AL CLUSTER
Capo Verde
Comunità caraibica (Barbados, Belize, Dominica, Grenada, Guyana, St. Lucia, St. Vincent and the Grenadines, Suriname)
Maldive
Il Cluster Zone aride
Il concetto di aridità fa immediatamente pensare
alla mancanza di acqua, a zone desertiche in cui la vita fa fatica ad
insediarsi, a prosperare ed evolvere. Non tutte le zone aride sono
uguali. Un quinto della popolazione abita in aree caratterizzate dalla scarsità d’acqua. Gli ambienti aridi sono estremamente diversi in termini di suoli, fauna, flora, equilibri idrici e di attività umane.
A causa di questa diversità non esiste una definizione univoca di zona arida. L’unica caratteristica comune di queste aree è appunto l’aridità, che spesso viene espressa attraverso un indice basato su temperature e precipitazioni, che individua tre aree: iper-arida, arida, semi-arida. Diverse soluzioni sono state promosse e utilizzate come approccio alla gestione integrata delle risorse idriche, dalla raccolta delle acque piovane alla conservazione dell’acqua del terreno. Molti dei progressi nell’agricoltura pluviale sono stati resi possibili dalla ricerca di soluzioni e innovazioni adattative alle condizioni locali: non solo sostituendo le pratiche agricole tradizionali con nuovi metodi, ma soprattutto individuando elementi delle pratiche tradizionali che si potrebbero migliorare. In questo contesto, la sfida della scarsità d’acqua e dei cambiamenti climatici richiede sforzi urgenti per garantire una qualità di vita migliore e una nutrizione adeguata.
A causa di questa diversità non esiste una definizione univoca di zona arida. L’unica caratteristica comune di queste aree è appunto l’aridità, che spesso viene espressa attraverso un indice basato su temperature e precipitazioni, che individua tre aree: iper-arida, arida, semi-arida. Diverse soluzioni sono state promosse e utilizzate come approccio alla gestione integrata delle risorse idriche, dalla raccolta delle acque piovane alla conservazione dell’acqua del terreno. Molti dei progressi nell’agricoltura pluviale sono stati resi possibili dalla ricerca di soluzioni e innovazioni adattative alle condizioni locali: non solo sostituendo le pratiche agricole tradizionali con nuovi metodi, ma soprattutto individuando elementi delle pratiche tradizionali che si potrebbero migliorare. In questo contesto, la sfida della scarsità d’acqua e dei cambiamenti climatici richiede sforzi urgenti per garantire una qualità di vita migliore e una nutrizione adeguata.
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