3.b La
tecnica di Produzione
Il processo di
lavorazione dell OXVO inizia dalla coltivazione e dalla raccolta della materia
prima , cioè le Olive. Sia la coltivazione che la raccolta sono due momenti
importanti che daranno poi valore all’Olio Extravergine.
Le olive
sono tradizionalmente raccolte in reti, in alcune regioni battendo i rami con
bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti, oppure in
altre, attendendo la completa maturazione e quindi la loro caduta naturale
dalla pianta. Una tecnica più moderna prevede l'utilizzo di abbacchiatori meccanici che scuotono i rami, ma con un
maggiore danno per la pianta, e provocano la caduta delle olive su una rete
predisposta a terra che permette poi di raccoglierle più rapidamente e con
minore fatica.
La raccolta
a mano, con pettini e sacche a tracolla su lunghe scale a pioli di
legno, è ancora praticata in molte zone d'Italia. Questa tecnica è sicuramente
la più dispendiosa nonché lunga, ma dà la possibilità di scegliere i frutti,
consentendo di raccogliere frutti integri e al giusto grado di maturazione. È
ancora preferibile per le olive da conserva, ma rappresenta il primo degli
elementi fondamentali per ottenere un olio extra vergine di oliva (in breve
EVO) fragrante e privo di odori sgradevoli.
Esistono
metodi di raccolta interamente meccanizzata tramite macchine scuotitrici con
intercettatori delle olive a ombrello. Modernamente, in impianti di oliveto
coltivati allo scopo (superintensivi) si raccoglie anche con macchine
scuotitrici adatte anche alla raccolta meccanica dell'uva (vendemmiatrici).
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Scarico olive in area di produzione |
Non meno
importante al fine di ottenere un olio vergine esente da difetti è il metodo di
stoccaggio delle olive. L'ideale è che le olive siano raccolte in bins di plastica, non di legno, e in sacchi, e che siano
conservate lontano da fonti di calore e molite nel giro di 24-48 ore dalla
raccolta. Questo garantisce che le olive non fermentino in modo anaerobico
dando origine alla formazione di alcoli alifatici che produrrebbero nell'olio
difetti quali riscaldo e, in casi estremi, muffa.
LAVAGGIO
Le olive raccolte vengono pesate e riverse in una
tramoggia, da dove un nastro trasportatore le riversa in una lavatrice
che provvede alla eliminazione di eventuali residui terrieri, polverosi,
foglie, ecc....
Il lavaggio avviene con acqua potabile pulita e
corrente, senza alcun tipo di detergente.
Dopodichè le stesse olive lavate vengono portate
automaticamente da un nastro trasportatore, alla molazza o al frangitore per la
fase di molitura.
MOLITURA O FRANGITURA
In questa fase le olive (polpa e noccioli) vengono
lacerati a fondo attraverso il sistema tradizionale o con il sistema moderno
ottenendo una pasta di olive formata da polpa e nocciolo entrambi frantumati.
La molitura con il sistema tradizionale prevede
l’utilizzo di macine (o molazze) con fondo e ruote in granito levigato, di
prima scelta, senza imperfezioni e stuccature di malta che con il loro peso
schiacciano le olive.
Tale metodo mantiene perfettamente inalterate le
caratteristiche dell’olio, ma hanno lo svantaggio della bassa capacità
lavorativa.
La frangitura con il sistema moderno, invece, utilizza
frangitori a martelli o a dischi rotanti, che frantumano velocemente le olive
fino a quando la pasta ottenuta non fuoriesce attraverso una grata forata.
Tale metodo fa si che la granulometria della parte
solida (nocciolo) è più uniforme della pasta ottenuta con le macine
tradizionali, frantumano una quantità maggiore di olive nell'unità di tempo,
ma, poichè lacerano troppo velocemente la polpa delle olive, producono un
aumento repentino della temperatura della pasta, che se non controllata può produrre
l’alterazione delle sensazioni organolettiche, quali amaro e piccante (molto
più pronunciati).
Le olive vengono molite entro le 48 ore successive
alla raccolta, dopodichè la pasta ottenuta è pronta per passare alla fase di
gramolazione.
GRAMOLAZIONE
In questa fase, la pasta viene delicatamente lavorata
(gramolazione) in vasche di acciaio inox, attraverso un continuo e prolungato
rimescolamento della pasta di olive proveniente dalla frangitura ad una
temperatura rigorosamente inferiore ai 27°C.
Ciò favorisce l'unione delle goccioline d'olio in
gocce sempre più grandi, tali che queste si separino più facilmente dalla parte
solida nella fase seguente.
La gramolazione deve avvenire per un tempo ben preciso
che viene determinato dall'esperienza dell’addetto e dal tipo di cultivar che
si sta trattando.
Nel caso di utilizzo di frangitori meccanici, tale
fase è indispensabile in quanto deve favorire la rottura delle emulsioni acqua
olio, formatesi durante la frangitura rapida.
Inoltre, utilizzando in seguito il metodo di
estrazione moderno, è anche inevitabile dover riscaldare la pasta ad una
determinata temperatura, comunque sempre inferiore ai 27°C.
Tale metodo, per questo motivo, è detto anche “a
freddo”.
AFFIORAMENTO
Durante la fase di gramolazione avviene un
importantissimo fenomeno naturale che è quello dell’affioramento.
Solitamente le aziende produttrici di olio non
riconoscono questa come una fase di lavorazione, soprattutto le grandi aziende
che non dedicano tempo ad una fase che richiede una grande disponibilità di
tempo e passione, ma per l'azienda agricola "Villa Carmine", questa è
una delle fasi più importanti di tutto il processo produttivo dell'olio.
Attraverso il continuo e prolungato rimescolamento
della pasta di olive proveniente dalla frangitura le goccioline d’olio si
uniscono divenendo sempre più grandi fino ad affiorare alla superficie in veri
e propri “laghetti”.
Questi “laghetti” rappresentano il fior fiore
dell’olio, detto anche “lacrima”, pregiatissimo perché ottenuto, seppur in
modeste quantità senza alcun processo di spremitura, ma semplicemente per
affioramento naturale.
Estrazione
La
produzione dell'olio di oliva di maggiore importanza si basa su processi di
estrazione esclusivamente meccanici. In questo modo si distinguono
merceologicamente gli oli vergini da quelli ottenuti mediante processi
basati su metodi fisici e chimici (oli di semi, oli di oliva rettificati e
raffinati, oli di sansa). Esistono due tecniche di estrazione: quella classica
e quella moderna
Altre
tecniche prevedono l'impiego di metodi fisici e chimici; tuttavia, le norme e
gli standard di qualità stabiliscono che un olio di oliva possa essere definito
vergine solo se per la sua produzione sono stati impiegati
esclusivamente metodi meccanici. L'olio ottenuto con il ricorso a metodi
chimici e fisico-chimici è pertanto identificato con tipologie merceologiche
differenti e distinte dal vergine.
Le linee di
lavorazione nell'estrazione meccanica differiscono per i metodi usati nelle
singole fasi; esistono pertanto tipologie di impianto differenti. Oltre che per
le caratteristiche tecniche, gli impianti differiscono in modo marcato per la
capacità di lavoro, il livello di meccanizzazione, l'organizzazione del lavoro,
la resa qualitativa e quantitativa, i costi di produzione. In generale la linea
di produzione di un oleificio comprende cinque fasi fondamentali:
- operazioni preliminari;
- molitura;
- estrazione del mosto di olio;
- separazione dell'olio dall'acqua;
- stoccaggio, chiarificazione e imbottigliamento.
In linea
generale la resa delle olive può avere notevoli variazioni, da un minimo circa
di 8–9 kg di olio extra vergine per 100 kg di olive pressate fino a
un massimo di 22–28 kg di olio extra vergine per 100 kg di olive. Le
variazioni sono imputabili a diversi fattori: l'esposizione degli olivi al
sole, la disponibilità idrica nel periodo vegetativo e nel corso
dell'accrescimento delle olive, l'epoca della raccolta.
SEPARAZIONE
In questa fase utilizzando il diverso peso specifico
(l'olio è notoriamente più leggero dell'acqua) è possibile separare il mosto oleoso
in acque di vegetazione ed olio, mediante separatori continui a scarico
automatico in acciaio inox.
L'olio ottenuto, non è perfettamente trasparente, ma
leggermente torbido, opaco.
È perfettamente commestibile, crudo emana un profumo
molto intenso di olive, comunque è preferibile lasciarlo a riposo qualche mese,
cosicché possa decantarsi.
Le sostanze estranee si depositano così sul fondo,
producendo piccole tracce di "impurità".
CONSERVAZIONE E
DECANTAZIONE NATURALE
Dopo l’estrazione, l’olio viene quindi sottoposto ai
consueti controlli di laboratorio tra cui il Panel Test che ne consentono la
classificazione (extravergine, vergine, ecc...).
L’olio viene quindi conservato in recipienti di
acciaio inox o in cisterne di cemento rivestite in vetroresina, perfettamente
pulite e senza tracce di detergenti, rigorosamente in luoghi freschi, lontani
dalla luce e da fonti di calore.
L’olio, a secondo dei gusti, può essere consumato
anche subito, per coloro che, intenditori, amano il sapore intenso, grezzo, oppure,
per i palati più delicati, può essere sottoposto ad un processo di decantazione
naturale con il quale viene lasciato riposare per circa 2 mesi.
Trascorso questo tempo, l'olio può essere travasato
per eliminare le cosiddette "mucillaggini" o "posa" depositatesi
sul fondo nella fase di decantazione, e destinato alla fase di confezionamento.
CONFEZIONAMENTO
Infine, l’olio viene confezionato in lattine e/o
bottiglie di colore verde scuro per impedirne la “foto-ossidazione”, tappato,
sigillato ed etichettato nei locali dell'azienda dove, grazie alla temperatura
costante di circa 10°-15° C, non subisce sbalzi termici che potrebbero
intaccarne le qualità organolettiche.
Al termine di quest'ultimo processo il prodotto e
finalmente pronto ad essere commercializzato e consumato.
3.e la
conservazione
1.
PROTEGGERE L'OLIO
DALLA LUCE SOLARE
E' importante che l'olio sia conservato in contenitori che lo proteggano dai raggi solari. Durante lo stoccaggio in azienda il problema della luce non si pone se il prodotto viene conservato dentro silos in acciaio inox.
E' importante che l'olio sia conservato in contenitori che lo proteggano dai raggi solari. Durante lo stoccaggio in azienda il problema della luce non si pone se il prodotto viene conservato dentro silos in acciaio inox.
Il problema è tipico invece della fase distributiva, nella sua permanenza sulle pedane o a scaffale.
Oggi la tendenza generale è verso l'utilizzo del vetro scuro o delle lattine, è bene comunque prendere qualsiasi precauzione utile per evitare che, specie durante i trasferimenti da uno stabilimento all'altro e dal negozio a casa, le confezioni di olio rimangano a lungo sotto il sole.
2. TENERE
L'OLIO AD UNA TEMPERATURA AMBIENTE INTORNO AI 12-18°C
É necessario evitare temperature troppo basse alle quali l'olio congelerebbe e altresì temperature troppo alte che ne provocherebbero il riscaldamento.
É bene sapere che al di sotto dei 10°C è possibile che si formino dei depositi e delle particelle in sospensione di colore biancastro.
Questo fenomeno, che può allertare il consumatore, è in realtà un fenomeno naturale di cristallizzazione dell'olio a causa delle basse temperature e coinvolge dapprima i grassi saturi e le particelle in sospensione per poi estendersi a tutta la massa di olio con l'abbassarsi ulteriore delle temperature. Sarà sufficiente riportare l'olio ad una temperatura ideale (12-18°C) perché questo riacquisti la sua limpidezza.
É necessario evitare temperature troppo basse alle quali l'olio congelerebbe e altresì temperature troppo alte che ne provocherebbero il riscaldamento.
É bene sapere che al di sotto dei 10°C è possibile che si formino dei depositi e delle particelle in sospensione di colore biancastro.
Questo fenomeno, che può allertare il consumatore, è in realtà un fenomeno naturale di cristallizzazione dell'olio a causa delle basse temperature e coinvolge dapprima i grassi saturi e le particelle in sospensione per poi estendersi a tutta la massa di olio con l'abbassarsi ulteriore delle temperature. Sarà sufficiente riportare l'olio ad una temperatura ideale (12-18°C) perché questo riacquisti la sua limpidezza.
3. EVITARE
IL CONTATTO CON L'OSSIGENO
Occorre tenere i contenitori di stoccaggio ben chiusi ed evitare che questi trattengano ossigeno al loro interno.
L'olio deve essere conservato dentro fusti e silos preferibilmente in acciaio inox che siano facilmente lavabili, chiudibili in modo ermetico e con un dispositivo sul fondo che permetta di rimuovere le morchie ed il materiale di deposito.
Tali contenitori devono essere dotati di dispositivi che permettano l'inserimento di gas nobili o inerti (gas che hanno una scarsa propensione a reagire con altre molecole), in particolare l'azoto per uso alimentare che viene immesso nello "spazio di testa" lasciato libero dall'olio man mano che il contenitore si svuota. Tali gas inerti vanno così ad occupare quello spazio che verrebbe altrimenti occupato dall'aria e dall'ossigeno.
Occorre tenere i contenitori di stoccaggio ben chiusi ed evitare che questi trattengano ossigeno al loro interno.
L'olio deve essere conservato dentro fusti e silos preferibilmente in acciaio inox che siano facilmente lavabili, chiudibili in modo ermetico e con un dispositivo sul fondo che permetta di rimuovere le morchie ed il materiale di deposito.
Tali contenitori devono essere dotati di dispositivi che permettano l'inserimento di gas nobili o inerti (gas che hanno una scarsa propensione a reagire con altre molecole), in particolare l'azoto per uso alimentare che viene immesso nello "spazio di testa" lasciato libero dall'olio man mano che il contenitore si svuota. Tali gas inerti vanno così ad occupare quello spazio che verrebbe altrimenti occupato dall'aria e dall'ossigeno.
RIDURRE AL
MINIMO IL CONTATTO DELL'OLIO CON L'ACQUA E CON I SEDIMENTI SOLIDI
A tal fine è molto importante separare l'olio dalle morchie che interferiscono negativamente con l'olio. Questo può avvenire in maniera naturale attraverso la decantazione, ossia lasciando a riposo l'olio con conseguente deposito sul fondo delle particelle in sospensione-dispersione. Successivamente l'olio verrà travasato in nuovi contenitori puliti oppure il deposito verrà rimosso se il contenitore è dotato di un sistema per lo smaltimento delle morchie. Altra soluzione è la filtrazione con sistemi a filtro che possono intervenire sull'olio appena prodotto oppure prima del confezionamento. La filtrazione è importante per stabilizzare le caratteristiche chimico-compositive, garantendo una maggiore conservabilità del prodotto e mantenendo nel tempo le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche (shelf-life). |
Il
rispetto di queste precauzioni è condizione essenziale per la conservazione
dell'olio, diversamente si potrebbero produrre i seguenti effetti negativi:
aumento dell'acidità, appiattimento delle note fruttate o insorgere di
difetti importanti come il rancido, la morchia o il fermentato. La causa principale
di tutti questi processi di deterioramento qualitativo dell'olio è
l'ossidazione dei grassi insaturi.
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