L'Expo di Milano 2015: i Cluster

 Il Cluster del Cacao

PAESI APPARTENENTI AL CLUSTER


Nel Cluster del Cacao e del Cioccolato, il visitatore è catapultato in una giungla. Il concept è ispirato ai luoghi in cui il cacao è coltivato: le piantagioni delle aree tropicali e subtropicali. Le facciate degli edifici sono realizzate in un tessuto leggero e chiaro che si apre lasciando in vista i rivestimenti interni: una metafora della necessità di proteggere un prodotto prezioso e aromatico come il cacao.
Il Cluster del Cacao e del Cioccolato accoglie nello spazio comune una serie di pali di diverse altezze e forme, metafora degli alberi sotto i quali il cacao cresce. L’atmosfera è quella densa e accogliente di una foresta, dove la luce penetra dalle chiome degli alberi e si diffonde tra i padiglioni.
 Il cacao viene coltivato da millenni da molte popolazioni precolombiane e ha avuto un ruolo centrale nell’alimentazione e nella cultura dei Maya e degli Aztechi. Tra le molte preparazioni in cui veniva impiegato dagli Aztechi una era la bevanda amara chiamata “xocolātl”. Un’altra ricetta della tradizione univa le fave di cacao al peperoncino. Usato come cibo, bevanda e moneta, il cacao divenne simbolo di energia, fertilità e vita. Dietro al cioccolato che mangiamo o sorseggiamo c’è un minuscolo frutto, quello del cacao. Più di trenta Paesi in via di sviluppo lo producono e per la loro economia rappresenta la principale fonte di guadagno.

 Il Cluster del Caffè



Dalle piantagioni di caffè distese all’ombra delle foreste tropicali in Africa e in America Centrale al Cluster del Caffè dellExpò. L’architettura degli spazi richiama  i rami più alti degli alberi all’ombra dei quali crescono le piante di caffè, mentre i padiglioni sono una metafora dei loro tronchi.

I toni caldi e i colori naturali che caratterizzano l’ambiente cambiano in base alla luce che filtra dall’esterno attraverso la copertura, influendo sulla percezione dello spazio e dando al visitatore l’illusione di trovarsi proprio in una foresta.
Il Cluster del Caffè è curato da illycaffè,  official coffee partner di EXPO 2015 che porta in questo progetto le conoscenze, l’esperienza e le relazioni maturate in oltre ottant’anni di storia. La ricerca dell’eccellenza, la passione, l’innovazione e l’orientamento allo sviluppo sostenibile di illycaffè sono i motori dell’iniziativa.

Creato in comunione d’intenti con l’International Coffee Organization (ICO) il padiglione racconta il passato, il presente e il futuro del caffè nelle sue tre dimensioni: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, l’arte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori.



 Il Cluster Frutta e Legumi















 Negli spazi del Cluster Frutta e Legumi vi sono aree coltivate con piante da frutto di diverse tipologie. Intorno a una piazza centrale, ispirato dalle forme, dai profumi e dai colori, il visitatore può partecipare agli eventi e ammirare gli allestimenti tematici.
Sopra la piazza, concepita per unire idealmente i padiglioni, c’è una copertura di legno che ricorda una pergola. Al termine della visita ci si può fermare a curiosare ed eventualmente acquistare prodotti nel mercato, che si trova come elemento di unione tra questo Cluster e quello delle spezie.
Immancabili nella nostra dieta
Frutta e Legumi si consumano sin dall’antichità: sono talmente radicati nelle culture di tutto il mondo da essere diventati ovunque oggetto di miti, leggende, tradizioni. Gli alberi da frutto iniziarono a essere coltivati nella regione mediterranea dove il clima è favorevole: gli antichi Egizi, i Greci e i Romani conoscevano molteplici varietà di prodotti e nel corso del Medioevo le tecniche e le conoscenze della coltivazione di frutta e legumi vennero perfezionate. Furono i primi coloni a portare in America piante e semi che si diffusero in tutto il continente favorendo i commerci.
I legumi erano principalmente coltivati nell’area tra la Mesopotamia e il Mediterraneo, a eccezione della soia e dei fagioli che si coltivavano rispettivamente nell’Asia meridionale e centrale e nell’America centrale. Le colture di legumi rappresentano il maggior sostentamento nei Paesi in via di sviluppo perché sono un elemento fondamentale per garantire la sicurezza alimentare. Fonte di proteine e minerali, possono sostituire i cereali nella rotazione delle colture per prevenire le patologie del terreno. Per la loro centralità in agricoltura e il loro apporto calorico i legumi sono la coltura ideale per ridurre la povertà e la fame migliorando le condizioni di salute e di nutrizione.
 





 Il Cluster delle Spezie



 Le spezie richiamano alla mente i colori, i profumi, il fascino di terre esotiche, ma anche l’immagine di quelle antiche e intriganti mappe piene di segni che collegano zone del mondo lontane tra loro. Le spezie e le erbe aromatiche sono da sempre protagoniste di lunghi viaggi: imperatori, re, aristocratici e mercanti le consideravano i prodotti più pregiati delle antiche rotte commerciali.

Nell’ultimo decennio, la produzione annuale di spezie è cresciuta del 4,3%, mentre il commercio ha avuto un rialzo medio del 5,8% annuo. Consumatori più esigenti, abitudini alimentari più salutari, l’aumento dei guadagni e la globalizzazione favoriranno nei prossimi anni un nuovo incremento nel loro commercio.





Il Cluster Cereali e Tuberi




Il visitatore percorre lo spazio tra i padiglioni lasciandosi cullare dalle suggestioni che rimandano alla coltivazione della terra. Il progetto architettonico richiama, nella sua copertura, la forma di un grande camino che ospita un’area eventi e un’area dedicata alla distribuzione di piatti a tema.
Al termine della visita del percorso espositivo si può partecipare alle attività proposte oppure ci si può sedere, rilassare e gustare piatti tipici dei Paesi che appartengono al Cluster.
Coltivati, esportati e venduti da millenni, i cereali e i tuberi hanno favorito l’incontro di civiltà e l’alimentazione di moltissime persone nel mondo. I cereali sono alla base della dieta della maggioranza della popolazione mondiale grazie alle loro proprietà nutrizionali, al loro costo contenuto e alla loro capacità di soddisfare immediatamente la fame.
Nonostante ne esistano oltre diecimila varietà diverse, solo poche continuano a essere coltivate da oltre duemila anni. Molte di queste colture potrebbero contribuire ad affrontare importanti sfide globali, incrementando in modo sostenibile la fertilità di terreni marginali non adatti alla coltivazione di mais, riso e grano e rispondendo all’aumento della domanda di cibo nei prossimi decenni. Radici e tuberi sono la seconda fonte di carboidrati dopo i cereali, forniscono molti minerali e vitamine e sono l’alimento base per oltre un milione di persone nei Paesi in via di sviluppo.
 



Il Cluster della Salute e Bellezza








 Il mar Mediterraneo unisce tre continenti, Europa, Africa e Asia: è un crogiolo di popoli, una regione dove storie, società e ambienti naturali si fondono. In particolare il cibo è uno degli elementi culturali che hanno aiutato a preservare l’unicità di questa zona: si è evoluto e combinato nel tempo, creando una varietà di tradizioni culinarie basate su grano, olivi, uva. Nel bacino Mediterraneo, il pasto non è semplicemente l’atto del nutrirsi, ma rimanda a molti aspetti della vita sociale e culturale. Le caratteristiche principali della dieta mediterranea, che ha resistito alle regole della vita moderna, sono la quantità di tempo trascorsa a tavola e i tanti rituali di convivio. Ancora oggi, gli abitanti del bacino mediterraneo spendono più tempo nel preparare e nel consumare i cibi di qualsiasi altro popolo. La dieta mediterranea, infine, non offre solo benefici per la salute, ma garantisce e preserva la biodiversità agricola: le sue colture sono perfettamente in linea con i criteri di sostenibilità.


 Il Cluster Isole ,mare e cibo


Una grande copertura in bambù sovrasta e unisce i due padiglioni che ospitano i Paesi Partecipanti accogliendo i visitatori in un ambiente unico per colori e atmosfera. Frasi d’ autore – da Omero a Conrad, da Cristoforo Colombo a Darwin e Melville – costellano le pareti esterne dei padiglioni evocando suggestioni di isole, mari, viaggi.

 

Al termine del percorso il visitatore si trova davanti all’area ristorativa e all’area eventi, un cubo in cui vengono proiettate immagini sottomarine: l’impressione è quella di essere realmente in acqua, di godere di un’esperienza sensoriale piena, di percepire la bellezza misteriosa delle isole e di essere a contatto con la loro affascinante quanto fragile biodiversità.

 

Ecosistemi da difendere
 

Sono piccole, lontane, diverse tra loro, ognuna ha culture, economie e livelli di sviluppo specifici: sono le isole del Pacifico, quelle dell'Oceano Indiano occidentale e quelle della regione dei Caraibi. Sono isole, certo, ma non sono isolate dalle sfide globali che tutti i Paesi devono affrontare. L’aumento delle inondazioni costiere, la salinità del suolo, l'erosione, il cambiamento nelle precipitazioni possono contaminare e ridurre le superfici agricole produttive e influire sulle attività artigianali e di pesca, intaccando la sicurezza alimentare di questi preziosi luoghi.

 

PAESI APPARTENENTI AL CLUSTER

 

Capo Verde    


Comunità caraibica (Barbados, Belize, Dominica, Grenada, Guyana, St. Lucia, St. Vincent and the Grenadines, Suriname)



Maldive


Il Cluster Zone aride
















 Il concetto di aridità fa immediatamente pensare alla mancanza di acqua, a zone desertiche in cui la vita fa fatica ad insediarsi, a prosperare ed evolvere. Non tutte le zone aride sono uguali. Un quinto della popolazione abita in aree caratterizzate dalla scarsità d’acqua. Gli ambienti aridi sono estremamente diversi in termini di suoli, fauna, flora, equilibri idrici e di attività umane.

A causa di questa diversità non esiste una definizione univoca di zona arida. L’unica caratteristica comune di queste aree è appunto l’aridità, che spesso viene espressa attraverso un indice basato su temperature e precipitazioni, che individua tre aree: iper-arida, arida, semi-arida. Diverse soluzioni sono state promosse e utilizzate come approccio alla gestione integrata delle risorse idriche, dalla raccolta delle acque piovane alla conservazione dell’acqua del terreno. Molti dei progressi nell’agricoltura pluviale sono stati resi possibili dalla ricerca di soluzioni e innovazioni adattative alle condizioni locali: non solo sostituendo le pratiche agricole tradizionali con nuovi metodi, ma soprattutto individuando elementi delle pratiche tradizionali che si potrebbero migliorare. In questo contesto, la sfida della scarsità d’acqua e dei cambiamenti climatici richiede sforzi urgenti per garantire una qualità di vita migliore e una nutrizione adeguata.
 




 
 

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